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Il loro sangue, buongiorno.
Il loro sangue, buonasera.
Il loro sangue, il loro saluto,
il loro messaggio per noi.
Il loro sangue, la loro storia,
il loro timore per noi.
Il loro sangue, moschee e chiese,
finestre delle loro case.
Il loro sangue è amore.
Il loro sangue è rabbia.
Il loro sangue, rimprovero che ferisce.
Il loro sangue, spazio di denuncia.
Il loro sangue, racconto di madre
ai suoi bambini.
Il loro sangue, messaggio della rosa
al suo nettare.
Il loro sangue, uccelli del loro paese,
i loro venti.
Il loro sangue, battaglie e loro tregue,
e se gl’invasori s’avventano, il loro sangue è arguzia.
Il loro sangue, braccio delle loro preghiere.
Il loro sangue è preghiera
Mai che li rimproverino gli alberi,
né la luna sui balconi delle loro case,
né canzone assetata dei loro fiumi,
mai deluso un desiderio negli occhi dei loro piccoli,
mai deluso l’animo dell’ulivo sui loro colli.
Gli amici del mare, loro.
Gli amici del fiume, loro.
Gli occhi dell’ulivo, loro.
Gli anemoni, loro.
Il verde degli alberi.
Infanzia dei fiumi.
Mecca dei poeti.
Viatico dei poveri.
Strada all’alba.
Sorriso nella roccia.
Lo svelarsi del segreto, loro.
Il loro sangue, buongiorno.
Il loro sangue, buonasera.
TRADUZIONI DI WASIM DAHMASH
Non trovò la porta della casa, la donna,
non trovò la finestra,
né il terrazzo,
né la corda del bucato,
con mani sanguinanti scavava.
O Dio,
la soglia,
almeno la soglia!
Per sedermi e raccontare alla notte
la storia della casa.
TRADUZIONI DI WASIM DAHMASH