El Ghibli - rivista online di letteratura della migrazione

Cinque passi

raffaele taddeo

Questa silloge è stata pubblicata come un testo e-book, fatto di fotografie e poesie, insieme alla traduzione delle stesse poesie in russo operate da Jan Belozorovitch fratello di Anna. Sono tre le sillogi (quanti di poesia, riflessi, cinque passi)in cui le composizioni della poetessa di origine russa sono accompagnate anche da foto più o meno attinenti al tema delle poesie. Non mi soffermo sulle foto perché non è mio mestiere, ma certo modulare poesia e fotografia con richiami e rimbalzi simili ad un’eco sta ad indicare la dimensione sperimentale che assumono i suoi scritti.
IL tema centrale in questa raccolta è quella del viaggio accompagnato dal senso del dubbio . Sono brevi testi, ma intensi. Si può quasi certamente affermare che con questa silloge abbiamo la rottura con la poesia precedente fatta, che era una poesia in prosa, ove ancora scarseggiavano le immagini e le metafore, ove il lavorio poetico era ancora secondario rispetto alla riflessione sulla forma e sulla struttura. In questa raccolta siamo di fronte a piccoli gioielli, perché è una poesia che sgorga spontanea quasi senza sforzo, ma è meno legata alle problematiche proprie di un’età tutta giovanile.
Due sono gli aspetti che rivelano la tematica del viaggio, segnati da due momenti fondamentali quello della partenza e quello della prospettiva. L’inizio del viaggio è contrassegnato da un denudarsi quasi completamente di ogni cosa da quella materiale a quella affettiva. E’ una nuova nascita o rinascita: “Mi spoglierò di tutto e andrò”…” Non sono solo pronta./Sono nata”. Molte composizioni poi insistono sul tema dell’alba come rinnovamento della vita: “Poi, l’alba./Un’alba come ogni mattino, ma diversa./La luce come dopo ogni oscurità,/ma questa è più luminosa e più bianca”. Il rinnovamento, la nuova luce e speranza è quasi un dono ricevuto da qualcuno, qualcosa di più grande:” su ogni caso c’è il segno della mano/che ha dipinto l’alba e colorato il giorno”, e tuttavia c’è anche la consapevolezza che il destino viene giocato dalla stessa persona, dall’io: “C’è solo il bagliore dell’aurora./E sono io, sono io la strada,/ed è la vita che percorre me”. La prospettiva sembra incerta, quasi senza alcun obiettivo perché vale solo l’andare, l’altrove: “Il mio viaggio è senza mappa/senza percorso stabilito, tappa intermedia,/senza aspettativa, quindi senza tragedia”, è il viaggio stesso, il percorso che suggerisce il cammino, l’andare, che non si colora di obiettivi materiali da raggiungere ma solo di riscoperta del senso della propria esistenza:” Dove andare? Sarà la strada a suggerire/il passo successivo.”…” Io ora voglio solo verità”. In questo percorso tuttavia il dubbio, la paura di non riuscire nell’impresa, di vedersi frustrata viene superata dalla certezza che lo stesso dubbio è “è il desiderio disperato d’assoluto”.
Abbiamo quindi in questa silloge un percorso che inizia e si compie. Una partenza che è una nuova vita, l’incertezza che è anch’essa una forma di conoscenza e di coraggio e poi la meta, l’andare che è rappresentata dall’alba. Non c’è in questo percorso l’arrivo, perché sarebbe un fermarsi, un bloccarsi in questa ricerca. La verità non si conosce mai completamente e fino in fondo. La verità è come la scienza che è sempre provvisoria fino a che una nuova scoperta non mi permette una conoscenza maggiore. La verità non è mai data del tutto, va sempre ampliata e solo così sarà possibile che ogni momento sia una vera alba e una rinnovata vita.

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Supplemento

(ISSN 1824-6648)

Anna Belozorovitch: la poetica dell'attesa

A cura di raffaele taddeo

 

Anno 10, Numero 42
December 2013

 

 

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