Il bel romanzo di
Carmine Abate riprende alcuni aspetti consueti della narrazione dello scrittore
calabrese. L’ambiente meridionale calabro, l’uso di termini del dialetto locale
che valorizzano sentimenti e
conferiscono personalità ai personaggi.
Il tempo narrativo nei precedenti romanzi di solito era lungo, nell’ultimo esso si dilatava fino a tre
generazioni, in questo romanzo Il bacio del pane è piuttosto ristretto, in pratica dura solo un’estate,
anzi forse un mese, l’agosto estivo che solitamente i migrati più attaccati al
suolo e tradizioni natie non tralasciano di trascorrere al proprio paese.
Una storia
d’amore delicata, accennata, quale può essere quella di due ragazzi, Francesco
e Marta, ancora in età scolare, che non si chiude con
la fine dell’estate, ma sembra preludere ad altri sviluppi, non narrati perché
ininfluenti alla vicenda narrata. Ma accanto a questa avventura dei due adolescenti , contornati
dagli amici di svago, si aggiunge un’altra
vicenda, quella di Lorenzo, di origine calabra anche lui, che da giovane aveva
vissuto un’esperienza singolare e costruttiva insieme ad altri giovani, forse figli dei fiori, con la
comunità del paese in cui si si svolgono le vicende del romanzo. Lorenzo, ormai un uomo adulto e imprenditore, è ritornato, ma di soppiatto e nascondendosi
in un specie di rudere, forse per riprendere il coraggio di resistere e opporsi
alle minacce di stampo mafioso che nella lontano Milano aveva negli ultimi
tempi subito, perdendo, in una prima fase di lotta, anche il fratello.
Saranno i due
ragazzi alla scoperta del loro amore che scopriranno Lorenzo e gli daranno il
coraggio di riprendere la lotta contro i malavitosi.
Dopo il libro
“Gomorra” di Saviano, c’è stata una maggiore attenzione ai problemi connessi
fra società e mafia, camorra, andragheta, ecc.
Negli ultimi tempi almeno due romanzi, che entrano nell’area della
cosiddetta Letteratura della migrazione, hanno inserito nella loro vicenda il
problema di queste società segrete che vivono del ricatto, della estorsione
danneggiando in maniera non visibile, ma certa, tutta l’economia italiana e in
special modo quella del Sud. L’uno era
quello di Amara Lakhous Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario, l’altro è questo di Carmine Abate. La
chiusura del libro di Lakhous indulgeva al pessimismo, mentre in questo romanzo
di Carmine Abate sembra poter sperare in una possibilità di resistenza ed
opposizione al delinquere di stampo mafiosa.
Il testo è snello e lo si legge piacevolmente.
settembre 2013